RicicloOfficina è
un progetto della Cooperativa Sociale Villaggio Globale.
Oggi RicicloOfficina è una vera e propria Ciclo Officina Popolare, anzi...è la Ciclo Officina Popolare di Ravenna!
Una Ciclo Officina Popolare è un luogo dove tutti possono recarsi per riparare la propria bicicletta (attenzione!...non ho scritto "far riparare"!). L'officina mette a disposizione spazi e strumenti (specifici e non) di cui non sempre tutti possono disporre a casa....ma soprattutto mette a disposizione conoscenze grazie alle quali anche chi non ha mai fatto manutenzione sulla propria bici potrà cominciare!
Il Villaggio Globale è un’associazione di volontariato nata a Ravenna nel 1999.
Attualmente si occupa di educazione al consumo critico, educazione interculturale, sostenibilità ambientale, inserimento sociale.
Nel 2005 un gruppo di soci ha fondato la Coop. Sociale Villaggio Globale che attualmente gestisce diversi servizi e progetti su incarico di enti locali, nei settori della mediazione sociale e dei conflitti, cittadinanza attiva, educazione, sostenibilità ambientale.
E ora, per chi è interessato, un po' di storia del progetto....
1)
Come è nato.
L’idea
della RicicloOfficina è nata nel 2008 a CittA@ttiva (il
servizio di mediazione sociale e di cittadinanza attiva del Comune di
Ravenna gestito da Villaggio Globale) a partire dalle riflessioni del
Gruppo Guida di cittadini attivati in merito al tema del degrado
nella zona della stazione.
L'occasione è stata quella
dell'emanazione in data o4/o4/o8 dell’ordinanza
N.502/08 in accoglimento delle segnalazioni sulla presenza di
biciclette abbandonate nella zona. L'ordinanza prevede il
sequestro delle biciclette abbandonate nella città e poste in luoghi
di passaggio oppure delle biciclette vandalizzate e abbandonate che,
cumulandosi, creano degrado.
Una
volta appurato che queste biciclette sarebbero state destinate alla
discarica anche se in parte o del tutto recuperabili, l’Associazione
Villaggio Globale, sensibile ai temi di sostenibilità ambientale e
riuso, ha sviluppato e proposto all’amministrazione il progetto
RicicloOfficina e ottenuto la consegna delle biciclette con relativa
delibera.
A
partire da qui il
progetto si è sviluppato in rete con altre associazioni ed enti che
insieme hanno realizzato, ciascuno con le proprie disponibilità e
competenze, una filiera di recupero delle biciclette ricevute a tale
scopo dalla P.M.
2) I primi anni
Dopo la
formazione di un gruppo di lavoro composto di cittadini,
associazioni, ciclisti e operatori sociali si è passati alla parte
operativa vera e propria.
Nel
settembre 2009 è stata creata l’officina presso il Villaggio del
Fanciullo. ASP Ravenna ha finanziato un laboratorio di circa 130 ore
destinato al coinvolgimento dei minorenni stranieri non accompagnati
ospitati nella struttura. Villaggio Globale ha esteso la durata del
laboratorio a 340 ore complessive grazie ad un finanziamento ottenuto
dalla Fondazione del Monte. Questi fondi
hanno permesso il riconoscimento economico per un formatore e
l'acquisto dei materiali indispensabili per il lavoro.
La stragrande
maggioranza delle biciclette riparate sono state donate ad anziani
vittime di furto e a persone bisognose, inviate da ASP per avere più
sicurezza di regalare le biciclette a chi realmente ne aveva bisogno.
Sono state effettuate “Aste”
delle biciclette in buone condizioni per auto-finanziare
l’allestimento dell’officina.
Fuori
dall'officina ci si è occupati di organizzazione di eventi e di
attività educative e culturali a sostegno del progetto: giornate
collettive di pittura a CittA@ttiva e nelle scuole (Liceo
Artistico), donazione di biciclette utilizzate nell’orario
scolastico di ginnastica per promuovere l’uso della bicicletta
(Liceo Classico, Artistico e Scuola Media Novello – progetto di
Legambiente e FIAB). Partecipazione
a iniziative dedicate alla sostenibilità ambientale o
all’educazione, come il Festival Naturae di Lido di Classe o il
seminario sui minori stranieri non accompagnati.
Questi
i soggetti già coinvolti nel progetto in questa fase:
Legambiente
Centro
Sociale Spartaco
GRAS –
Gruppo di acquisto solidale
FIAB -
Federazione italiana amici bicicletta
Fondazione
Nuovo Villaggio del Fanciullo
ASP –
azienda servizi alla persona
Istituti
scolastici
Cooperative
sociali e associazioni onlus che lavorano con soggetti svantaggiati
Centri
giovanili
Polizia
Municipale
Assessorato
Politiche Giovanili
A.D.A.
Anteas
AUSER
Nei
due anni successivi (2010-11, 2011-12), forti dell'ospitalità del
Villaggio del Fanciullo e del rinnovato finanziamento ASP i lavori
procedono con piccole variazioni: dal 2° anno riceviamo il permesso
di vendere le bici riparate per autosostenerci, decidiamo di regalare
una bici (da loro stessi riparata) ai minorenni che dimostrino
impegno nel lavoro. Continuiamo ad estendere la durata del
laboratorio con i minori con altri finanziamenti o con i ricavi
dell'officina stessa.
IL
FUNZIONAMENTO IN SINTESI:
1) le biciclette destinate allo
smaltimento (dopo un anno di giacenza nel magazzino dei mezzi
sequestrati) vengono trasferite presso l'officina al Villaggio del
Fanciullo (senza dimenticare l'aiuto della Compagnia Portuali quando
lo spazio era insufficiente).
2) Qui
l'operatore del progetto procede allo smontaggio delle bici
irrecuperabili e alla manutenzione di quelle riparabili, formando i
minorenni extracomunitari partecipanti all'iniziativa e
coinvolgendoli nei lavori di manutenzione cercando di ridurre al
minimo l’utilizzo di nuovi materialie di ridurre la produzione di
rifiuti.
3) Le
biciclette, una volta recuperate, saranno rimesse in circolazione
attraverso:
cessione
o donazione a progetti che ne prevedano l’uso (scuole,
associazioni, ecc…)
Vendita
per autofinanziamento (solo dal 2° anno)
Aste
pubbliche per autofinanziare il progetto
3) I risultati
Il primo anno è stato quello in cui
hanno partecipato più minori, 26 in totale.
Tuttavia è stato un
anno in cui il veloce turn over dei minori, soprattutto all'inizio,
ha limitato la possibilità di appassionarsi e progredire nelle
competenze. Gli altri scogli sono stati l'organizzazione del lavoro
tutta da impostare, soprattutto da un punto di vista logistico, e
dover fare i conti con attrezzature ancora incomplete.
Un primo salto di qualità si è avuto
a giugno 2010 con la partecipazione dei tre ragazzi dotati di una
buona manualità di partenza, presenti in continuità per due mesi
(più un altro mese nella stagione successiva), in parte capaci di
comunicare in inglese e molto interessati al lavoro.
Tutto ciò ha
reso possibile una grande evoluzione delle competenze di ognuno fino
a sviluppare delle vere e proprie autonomie e una notevole rapidità
nell'esecuzione dei lavori.
Visti i risultati, in collaborazione
con gli educatori del Villaggio del Fanciullo, si è deciso di
privilegiare nel secondo anno la continuità di presenza dei minori.
I frutti non hanno tardato ad arrivare: la continuità ha permesso di
sviluppare abilità sempre più evolute nella riparazione di
biciclette e una sempre maggiore autonomia. Questo, unito anche alle
accresciute capacità dell'operatore stesso e ad una ormai buona
disponibilità di attrezzi e materiali, ha reso possibile un
sensibile aumento della produttività anche in termini numerici.
Ai minori, inoltre, è stata data la
possibilità di lavorare sulle proprie biciclette in parte ottenute
con il lavoro in officina. E una volta terminata la loro
partecipazione al progetto (per motivi scolastici per esempio), una
delle soddisfazioni più grandi è stata quella di vederli tornare
all'officina, magari solo per un'ora prima di pranzo, per ripare o
potenziare le proprie bici in autonomia quasi completa con gli
attrezzi messi a loro disposizione.
Altre cose notevoli che sono
emerse nel lavoro fianco a fianco con ragazzi di minore esperienza,
sono state l'interazione, lo scambio di competenze e l'aiuto
reciproco nell'esecuzione dei lavori.
Rispetto al primo anno, in cui
era evidente la separazione e la rivalità tra gruppi linguistici
(quando non nazionali o etnici), il secondo anno ha visto il lavoro
in officina diventare veicolo di collaborazione e di integrazione tra
minori di diversa provenienza ed essa è diventata un luogo dove
stringere legami e guadagnare rispetto nel gruppo.
Il terzo anno è cominciato con un
investimento organizzativo. Per quasi due mesi non è stata riparata
alcuna bici, ma si è provveduto tutti insieme a smontare decine di
biciclette destinate alla rottamazione, non solo separando i
materiali (ferro, plastica, gomma), ma anche mettendo da parte e
dividendo ogni singolo componente riutilizzabile anche di minute
dimensioni. L'attività e gli insegnamenti hanno avuto pertanto un
accento leggermente diverso dal solito, essendo improntati al
recupero, al riuso, all'evitare ogni spreco.
L'investimento ha dato presto ottimi
risultati: la disponibilità immediata dei pezzi (senza dover sempre
correre a smontarli da qualche bici malamente incastrata tra le
tante) ha velocizzato moltissimo i lavori.
Il definitivo salto di qualità è
arrivato con i nuovi accordi presi a inizio stagione con l'ASP: ogni
minore avrebbe ricevuto una delle bici dell'officina al termine
dell'esperienza di lavoro (fissata in un minimo di 5 presenze
partecipate e attive). In officina si è poi deciso che al termine
della giornata di lavoro, approssimativamente nell'ultima ora di
lavoro, ciascun ragazzo potesse lavorare alla riparazione di una bici
da lui scelta.
Siamo felici di poter dire che questo
ulteriore incentivo ha stimolato la continutà di partecipazione e in
tutti i casi ha portato ad un ritorno in officina per riparazioni e
miglioramenti al proprio mezzo. Quasi sempre i ragazzi hanno
continuato a venire a lavorare all'officina anche finite le 5
giornate nella misura in cui volevano acquisire maggiori abilità e
competenze nella manutenzione della bici, in particolare accorgendosi
di non aver maturato una autonomia completa.
La giornata lavorativa unica
settimanale di 8-9 ore ha permesso, rendendo disponibile l'officina
in ogni fascia oraria, che anche chi andava a scuola potesse, al
ritorno, fermarsi a fare anche solo piccoli lavori di manutenzione.
In conclusione il laboratorio destinato
ai minori svoltosi nell'ambito del progetto RicicloOfficina ha saputo
migliorarsi ed evolversi nel corso dei sui tre anni di vita.
Non solo
ha contribuito a sviluppare abilità e manualità dei ragazzi
partecipanti, ma ha anche stimolato delle passioni e creato cultura
della bici.
Ha fatto sì che la cultura della bici diventasse un
veicolo di integrazione tra gruppi altrimenti chiusi tra loro. Questo
perché ha creato una voglia di partecipare e lavorare alla
manutenzione delle bici per “imparare a fare” e “saper fare”
per poi impiegare le proprie conoscenze in seguito sulla propria
bicicletta. Ciò si è dimostrato ampiamente col fatto che i minori
che già avevano terminato l'esperienza di lavoro, quasi sempre sono
tornati in officina per servirsi di questo progetto per
l'autoriparazione che altrimenti non sarebbe stata loro possibile, senza un
luogo e senza gli strumenti.
E il laboratorio rimane ancora, per i
ragazzi che vi hanno preso parte, un punto di riferimento: tanto che
a lavori sospesi, quando ci rechiamo in officina, continuano a
chiederci quando ricominceremo e qualcuno addirittura trova il modo
di fare qualche velocissima riparazione nel brevissimo tempo in cui
rimaniamo lì.
Nella realtà chiusa del Villaggio del
Fanciullo è già accaduto ciò che RicicloOfficina ha sempre sognato
di poter fare in città: mettere attrezzature altrimenti non
fruilbili a disposizione dei cittadini, diventare punto di
riferimento per diffondere saperi, diffondere collaborazione, far
collaborare persone andando al di là di barriere che siano
linguistiche, anagrafiche, sociali, etc., promuovere l'aiuto
reciproco tra i partecipanti, educare e invogliare al recupero e al
riuso.
Per leggere i risultati da un punto di
vista numerico vi rimandiamo qui.
4) Senza
Officina
Nonostante i
risultati eccellenti del laboratorio con i minori sia per interesse
che per socializzazione, nel luglio 2012 RicicloOfficina si trova
senza... l'officina.
Il Villaggio del Fanciullo deve destinare ad
altro utilizzo il capannone dell'officina ed ASP non ha più la
disponibilità per finanziare il progetto.
Senza uno
spazio non possiamo più nemmeno ricevere dalla PM le biciclette
destinate alla discarica.
Da qui in
avanti le energie vengono dedicate alla ricerca di uno spazio.
Nonostante
questo non si fermano le attività e RicicloOfficina diventa
itinerante. Gli attrezzi finiscono in una maneggevole, ma pesante
cassetta e si dà vita ai seguenti laboratori:
- Laboratorio
di autoriparazione a Lido di Classe per l'iniziativa "Praticamente
al Mare" (Luglio 2012)
- Pedalata
Torri-Marina Romea-Torri (Luglio 2012)
- Pedalata
Lido di Classe-Classe-Lido di Classe (Luglio 2012)
- Corso di
riparazione bici per il
Progetto antidispersione della scuola secondaria di primo grado “E.
Mattei” di Marina di Ravenna. (aprile-Maggio 2013)
- Laboratori
di riparazione bici a Mezzano e a Pilastro in occasione del progetto
"Lavori in Comune" (giugno 2013)
- Laboratorio
di autoriparazione a Lido di Classe per l'iniziativa "Praticamente
al mare" (Luglio 2013)
Già nel
2010, presentando un progetto di riuso alla parrocchia Il Torrione,
scrivevamo:
"La sede
attuale presso il Villaggio del Fanciullo è assolutamente ideale per
il progetto educativo che è rivolto agli ospiti della medesima
struttura; tuttavia nel tempo è risultata fortemente limitante per
l'evoluzione di un progetto la cui vocazione è quella di aprirsi
alla totalità della cittadinanza, per diffondere la cultura della
bicicletta e la cultura del riciclo/riuso in generale."
"L'obiettivo
primario è costruire una nuova sede (preferibilmente che vada ad
aggiungersi a quella già esistente) dove RicicloOfficina possa
completamente aprirsi alla cittadinanza. [...]"
"L'idea è
quella di creare un luogo di scambio e confronto culturale sulla
bici. Un momento dove generazioni diverse e diversi modi di vivere la
bici possano entrare in contatto, lavorare insieme, scambiarsi
saperi, collaborare."
"Pensiamo agli
anziani che ancora hanno una cultura della bici completa (elevato
utilizzo e conoscenza tecnica del mezzo), gli amatori (chi magari ha
la passione, ma non dispone di spazi o strumenti), giovani (che usano
sempre meno la bici e la conoscono sempre meno), ciclisti
professionisti (di cui abbiamo già la disponibilità per lezioni
tecniche); tutti nello stesso luogo, con finalità diverse, chi per
imparare, chi per cercare un pezzo, chi per usare uno strumento, chi
per risparmiare facendo e non facendo fare, chi per stare in
compagnia."
Tra le modalità pratiche di realizzazione ipotizzavamo che
"...l'accesso
all’officina da parte della cittadinanza potrebbe essere regolato
da una sorta di iscrizione al progetto con relativa quota annuale
(assolutamente popolare).
L'iscrizione
garantirebbe:
1) Accesso ad
un gruppo di acquisto solidale di materiale nuovo per la riparazione
della propria bici
Una delle
cause principali della rottamazione di biciclette ancora recuperabili
o del loro abbandono in città è la valutazione del costo di una
riparazione. Pensiamo per
esempio alla sostituzione di una ruota danneggiata o rubata il cui
valore nella maggior parte dei casi supera quello della bici stessa. Il mezzo
verrà inevitabilmente abbandonato o buttato o genererà un reato
magari per compensare quello subìto. Un gruppo di
acquisto solidale che, agli iscritti disposti ad investire tempo nel
recupero della propria bici, possa permettere di accedere a
componenti nuovi a prezzi
ragionevoli, potrebbe davvero contribuire ad avere meno rifiuti, meno
degrado, meno furti.
[...]Inoltre
allo scopo di integrare i vari elementi del gruppo di lavoro e di
stimolare la partecipazione e la collaborazione ai fini del progetto
vogliamo inserire il principio dello scambio del tempo. Istituire una
sorta di banca del tempo interna al progetto RicicloOfficina dove
coloro che vengono a “depositare/investire” le proprie ore di
lavoro possano in cambio:
- Avere
accesso al magazzino di pezzi di ricambio usati
- Avere la
possibilità di utilizzo degli attrezzi (in particolare quelli
specifici) su propri mezzi
- Avere
accesso a nuove competenze tramite la eventuale collaborazione con
operatori del progetto
- Avere
accesso a veri e propri corsi di formazione con professionisti (che a
loro volta parteciperebbero scambiando il proprio tempo con materiali
usati)
- Avere la
possibilità di stare con altre persone, collaborare, esprimere la
propria creatività, con l’enorme vantaggio di fare nuove
conoscenze o amicizie, di sentirsi parte di un progetto."
Per quanto riguarda la sostenibilità ambientale le proposte erano queste:
"Il recupero
dei materiali è un'attività che è bene analizzare in dettaglio.
Fino ad ora abbiamo seguito e ci proponiamo di continuare a seguire
queste linee guida:
Ci proponiamo
di:
- Effettuare
una raccolta differenziata dei seguenti materiali: metallo,
plastica, carta.
- Destinare
all'indifferenziata solamente gli oggetti in cui i diversi materiali
non siano separabili.
- Conservare
ogni componente che possa essere riutilizzato (per fare un esempio
anche testando ogni singola camera d'aria) riducendo al minimo la
produzione di rifiuti e l'acquisto di nuovo materiale di consumo,
cosa che a sua volta sarebbe generatrice di ulteriore impatto
ambientale in sede produttiva e di trasporto.
- Mettere a
disposizione della cittadinanza materiali di recupero che possano
evitare la rottamazione o l'abbandono di cicli i cui costi di
recupero vengono considerati svantaggiosi rispetto a nuovi acquisti
(spesso chi abbandona una bici lo fa perché la valuta come
irrecuperabile contribuendo al problema del degrado urbano)"
Oggi, con il nuovo spazio di via Capodistria, abbiamo finalmente la possibilità di concretizzare le nostre proposte!
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