domenica 1 giugno 2014

La gincana, o gimcana o gimkana o gymkhana o Jim Kana (il presunto inventore) che dir si voglia, è una novecentesca arte di complicare la vita alle persone. E non ci sembra fori luogo vederla in fondo come una metafora della vita stessa. Perfino il nome perfidamente confonde i ricercatori di significati originari: l'etimo, tutt'altro che incerto, è indiano (tecnicamente indostano), ma significava ben altro. Luogo per il giuoco della palla. Cosa è successo? Quale gymkhana ha portato Jim Kana ad attribuirle un nuovo significato? Forse non lo sapremo mai...
Mi piace pensare che gli inglesi oltre ad aver saccheggiato l'India delle sue ricchezze abbiano rubato anche qualche parola. Magari gli piaceva il suono, ma non gli interessava il senso, fino a portarsela a casa e risignificarla....
Così nel XX secolo il termine in occidente ha preso ad individuare un percorso ad ostacoli di varia difficoltà in cui far emergere le abilità dei partecipanti nel completarlo nel minor tempo possibile e col minor numero di errori possibile. Insomma, col suo ritmo moderno, la vita. Si parla perlopiù di gare motociclistiche ed equestri. In Italia ci fu addirittura una campionato nazionale motociclistico di gimcane.

Sicché quale miglior modo di allen(v)are i bambini se non farli partecipare ad una gimkana? Alcuni sono caduti, alcuni si sono rialzati, uno ha vinto (la bici in palio); alcuni hanno scelto di sbattere negli ostacoli apposta, alcuni ne hanno fatto una gara con gli altri, alcuni con se stessi. Comunque chi più (il vincitore) chi meno (i caduti), si sono divertiti parecchio :)
Anzi, dopo che abbiamo smontato tutto e riportato in officina bici ed ostacoli, andando via abbiamo notato che qualcuno al parco aveva montato altri ostacoli improvvisati per mettersi alla prova ancora un po'...
...perché la vita avrà anche  le sue difficoltà, ma vorresti non finisse mai.