Con l'arrivo della primavera chi non ha continuato a farlo per tutto l'inverno, si rimette in sella per delle gite più o meno avventurose sulla sua due ruote. Che poi anche se non è sua è lo stesso, purché il proprietario sia d'accordo.
E allora abbiamo pensato di proporvi degli itinerari che abbiamo sperimentato per voi in solitaria o in occasione di pedalate organizzate da RicicloOfficina.
Il primo che vi presento è questo anello Ravenna - Forlì - Ravenna interamente sugli argini dei fiumi Ronco e Montone che ho fatto in solitaria con grande soddisfazione. Il percorso è consultabile nella mappa che trovate in questa pagina.
Prima vi faccio una piccola scheda e poi vi faccio un racconto in cui troverete evidenziati i punti che sono segnalati anche sulla mappa.
SCHEDA PERCORSO
Difficoltà: Medio-Alta
Lunghezza: 77 Km circa
Insidie stagionali:
- Inverno (oltre al freddo, occhio alle piene del Montone...poi vi dico perché)
- Primavera (Perfetta, troverete la campagna in fiore, ma occhio alle piene del Montone)
- Estate (Si sviene per insolazione, o per anemia dopo essere stati in balia di nubi di zanzare)
- Autunno (sempre occhio alle piene)
Insidie annuali: Non ho certezze sullo sfalcio degli argini e mi sono trovato spesso in mezzo a sentieri cespugliosi.
Bici: Necessariamente una MTB, forse una Fat Bike può aiutare sugli argini, ma la maggior parte del percorso è comunque su asfalto.
IL RACCONTO
Io non sono partito proprio da Piazza del Popolo, ma vi propongo questo giro per inserire alcuni passaggi sperimentati in altre uscite. Attraverso il centro si arriva ad attraversare i Fiumi Uniti passando dal Ponte Nuovo. L'obiettivo sarà infilare il sentiero dell'argine destro dei Fiumi Uniti che potete vedere alla vostra destra mentre attraversate il ponte. Se seguite scrupolosamente i percorsi ciclabili vi ci vorrà un pò di tempo per accedere al sentiero. Tenete presente che è imboccabile direttamente dal ponte, ma nessun attraversamento è previsto e difatto accedere da lì è rischioso (oltretutto il transito sul ponte è vietato alle bici). L'alternativa può essere accedere all'argine da una delle salite che partono da via dell'Abete.
Seguendo il sentiero noterete che a un certo punto piega verso sinistra: vi trovate alla confluenza dei fiumi Ronco e Montone che, da qui formano i Fiumi Uniti. Personalmente apprezzo molto questo tratto così vicino alla città eppure così verde...
Alla fine del sentiero vi troverete a Madonna dell'Albero e davanti a voi vedrete la SS16 (e il ponte che le permette di superare il Ronco). Per superare l'ostacolo bisogna passare sotto il ponte scendendo per un breve tratto entro l'argine del fiume. Da qui in avanti si procede su una strettissima strada asfaltata fino a Ghibullo e poi fino a Coccolia. Questo tratto, sebbene su strada, è stato molto piacevole e leggero e se siete fortunati, di automobili non ne vedrete neanche una!
A Coccolia c'è un incrocio più trafficato, la strada si allarga e qualche macchina in più la vedrete, ma la situazione rimane decisamente tranquilla....
Si passa da Borgo Sisa (dove molti sostengono di aver mangiato i migliori cappelletti a una Festa dell'Unità), località divisa tra le provice di Ravenna e Forlì, e si arriva fino alla via Cervese. Qui si va a destra verso il centro città e la situazione traffico peggiora rapidamente. Potrei suggerire di andare verso la via Emilia girando a sinistra in via Bertini, ma la verità è che conosco pochissimo le strade di Forlì e ancor meno so dove potrei trovare delle piste ciclabili. Fatto sta che mi son dovuto arrangiare su marciapiedi sconnessi senza imbattermi in piste ciclabili...
Arrivati sulla via Emilia si va a destra verso il centro, verso Piazza Saffi per esempio. Quando sono arrivato ho avuto la fortuna (che poi dipende dai punti di vista se è una fortuna o no) di imbattermi nel mercato settimanale in cui ho curiosato un po' per poi fermarmi ai Giardini Orselli per un veloce pranzo al sacco e un breve riposo.
Se siete arrivati qui siete ovviamente a metà del percorso e probabilmente non avrete fatto nemmeno troppa fatica. La parte successiva del percorso è stata per me tutta da scoprire a cominciare dalla prima cosa da fare, ovvero capire se esisteva un accesso al sentiero lungo il Montone fin dalla città...
Attraverso il centro mi sono diretto verso Porta Schiavonia da cui parte un breve tratto delle mura di Forlì. Così facendo ho attraversato un quartiere della città che non avevo mai visto e che mi ha piacevolmente sorpreso!
Arrivato in via Isonzo ho cercato un accesso al sentiero dell'argine destro del Montone e mi ci sono infilato: strettissimo con erbe che strisciavano contro le gambe e i pedali. Il sentiero continua così a lungo e prevede due attraversamenti: il primo è un passaggio sotto la circonvallazione e il secondo è un passaggio sotto il ponte della ferrovia. Il ponte della ferrovia è molto basso quindi il sentiero deve scendere all'interno dell'argine più del solito per consentire di superarlo. A velocità ridotta e con una marcia inadatta presto mi ritrovo in una enorme pozza di fango che sbarra completamente il sentiero: è il risultato di una recentissima piena del Montone che ha portato fino a questo livello una gran quantità di fanghi. Senza pensarci troppo mi ci butto dentro... in fondo per una uscita in MTB il massimo della soddisfazione è affrontare su due ruote un terreno insidioso, meglio ancora se melmoso!
Il fango è riuscito a fermarmi, proprio quando ne ero quasi uscito constringendomi a infilare un piede nella melma (tutto sommato un sacrificio da nulla!)
Inutile dire che se fossi passato di lì qualche giorno prima ci avrei trovato l'acqua e avrei dovuto rinunciare costringendomi ad un dietro front comprensivo di lunga deviazione su strada.
Il percorso tra gli alberi lascia spazio ad ampie visioni della campagna e si arriva ad un punto in cui il sentiero dell'argine destro smette di correre a fianco di una strada (via Lughese) e si inoltra nella campagna. Da qui comincia un tratto decisamente più faticoso: il terreno è erboso o addirittura pieno di zolle che richiederebbero un'amortizzazione che non ho....il sentiero è sempre meno battuto fino a diventare un piccolo solco circondato da canne che sfregano sempre contro gambe, pedali e manubrio.
Qui in mezzo alla campagna è certamente il tratto più duro (ed è pure lungo più di 10 km!), ma senza dubbio quello più affascinante. Il sollievo di alcuni passaggi ben tenuti, poiché di servizio per le poche abitazioni presenti, si alterna ad un costante litigio con zolle e canneti. Anche l'argine opposto in questa zona sarebbe degno di una esplorazione sulla due ruote...
Quando si incrocia via Prada si potrebbe anche scegliere l'argine per la parte successiva, e forse quello sinistro è anche meglio. Per la cronaca sono rimasto sul destro.
All'altezza di Chiesuola finalmente ricomincia la strada anche sull'argine destro. Si continua passando per Ragone per poi arrivare fino all'incrocio di San Marco. Prima di arrivare qua sulla destra avrete notato via Pugliese: è la strada più breve per arrivare a Roncalceci e poi Ghibullo da Ravenna sugli argini, variante che si può usare per altre uscite in bici.
Dall'incrocio si continua sempre sull'argine destro, e di San Marco vedrete qualche edificio spuntare da dietro l'argine opposto, e si arriva alla Chiusa di San Marco. Da qui si sceglie da dove rientrare in città: io ho scelto di percorrere via Fiume Montone Abbandonato fino in centro utilizzando il sottopassaggio ciclabile che permette di attraversare la SS16. In alternativa potete proseguire sull'argine sinistro ed uscire all'Ipercoop, oppure passare sotto la SS16 e scendere in viale Alberti, oppure proseguire ancora passando sotto via Ravegnana e uscire al nostro primo accesso agli argini sul Ponte Nuovo.
Sia chiaro che alla fine del percorso io non ne potevo più, tuttavia, se non siete ancora sazi, da qui potreste passare sotto al Ponte Nuovo e proseguire verso il mare, ma questa è un'altra storia....
Percorso Ravenna Forlì Ravenna sugli argini dei Fiumi Ronco e Montone - La Mappa